Negli ultimi giorni la questione palestinese è tornata al centro del dibattito internazionale.
Diversi Paesi – tra cui Francia, Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo – hanno annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina, un passo che ha acceso le discussioni in Europa e nel mondo. Parallelamente, la situazione a Gaza resta drammatica: bombardamenti, evacuazioni forzate, ospedali al collasso, e migliaia di civili in pericolo in fuga.
In un quadro così complesso, l’Europa e l’Italia hanno il dovere di esprimere una posizione chiara che sia in linea con i valori dell’Alleanza Atlantica nonché con la tradizione politica del Partito Popolare Europeo (PPE): difesa della sicurezza, contrasto al terrorismo, solidarietà umanitaria e costruzione di istituzioni democratiche solide.
Il diritto di Israele alla sicurezza
La NATO e i governi europei del PPE riconoscono il diritto inalienabile di Israele a difendersi. Nessuno Stato può esistere sotto la costante minaccia di razzi, attentati e rapimenti. Hamas resta un’organizzazione terroristica che non solo mina la stabilità della regione, ma rappresenta un ostacolo (toglierei concreto) a qualsiasi percorso di pace.
Per questa ragione, ogni iniziativa internazionale deve partire da un principio inalienabile: Israele ha diritto alla propria sicurezza e alla protezione dei propri cittadini.
La sofferenza del popolo palestinese
Allo stesso tempo, la tragedia umanitaria di Gaza non può essere ignorata. Migliaia di famiglie palestinesi vivono senza elettricità, acqua potabile o cure mediche. Le immagini degli ospedali sovraffollati e dei bambini sotto le macerie richiamano la coscienza dell’Occidente.
Aiutare la popolazione palestinese è un dovere morale sociale e politico. Ma questo aiuto (o intervento) deve essere rigorosamente controllato: deve raggiungere scuole, ospedali e infrastrutture civili senza finire nelle mani di Hamas o di altre milizie. È qui che l’Unione Europea, insieme agli Stati Uniti e alla NATO, può svolgere un ruolo decisivo, creando meccanismi di monitoraggio trasparenti e affidabili.
Il nodo del riconoscimento
Il riconoscimento della Palestina da parte di vari Stati europei è un segnale politico importante, ma rischia di restare prettamente simbolico se non accompagnato da condizioni chiare. La nascita dello Stato palestinese non può prescindere da alcuni punti fondamentali e non negoziabili:
• Disarmo di Hamas e delle milizie armate.
• Istituzioni democratiche solide e trasparenti nei territori palestinesi.
• Riconoscimento del diritto di Israele a esistere e a difendersi.
Solo così il riconoscimento potrà diventare non un atto ideologico, ma l’inizio di un processo concreto verso la pace.
Il ruolo dell’Europa e dell’Italia
L’Europa, e in particolare il PPE, devono farsi promotori di un approccio realistico: sostegno al popolo palestinese ma garantendo sicurezza a Israele. L’Italia, con la sua tradizione diplomatica e il suo posizionamento strategico al centro del mediterraneo, può e deve essere protagonista.
Non basta annunciare fondi per la ricostruzione di Gaza: serve un gruppo di lavoro transatlantico che unisca Europa, Stati Uniti e Paesi arabi moderati per garantire che ogni euro speso serva davvero alla protezione e sicurezza dei civili e non rafforzi il terrorismo.
Una pace possibile ma non senza condizioni
La soluzione a due Stati resta l’unica prospettiva credibile per il futuro. Ma deve essere una pace concreta e basata su:
1. Sicurezza per Israele.
2. Disarmo di Hamas.
3. Aiuti internazionali umanitari controllati.
4. Istituzioni palestinesi democratiche.
5. Coordinamento stretto tra NATO, UE e partner regionali.
La pace in Medio Oriente non si costruisce con slogan né con riconoscimenti affrettati. Si costruisce con responsabilità, sicurezza e solidarietà.
La linea che la destra europea deve sostenere è chiara: Israele va difeso, Hamas va isolato, i civili palestinesi vanno aiutati e la prospettiva di due Stati deve restare l’obiettivo finale, ma solo con garanzie serie e verificabili.
Solo così l’Europa, in coerenza con la NATO e con i valori del PPE, potrà contribuire davvero alla stabilità della regione e a una pace duratura.
Massimo Romagnoli